Osteopatia: come funziona - dr. Sergio Bianco | Osteopata Torino

SERGIO BIANCO
Osteopata, Massofisioterapista
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COME FUNZIONA L’OSTEOPATIA?

La medicina ha sviluppato nel corso del tempo una visione ed un approccio razionalista e riduzionista (dividere per capire diceva Cartesio). Essa si è quindi focalizzata sulla malattia, sul sintomo che ne è la sua diretta espressione e su tutti i parametri che vi sono associati. L’atto terapeutico è rappresentato da tutto ciò che può far variare questi parametri.

Grazie ad essa, ed al miglioramento delle condizioni igieniche, abbiamo raggiunto una serie di risultati straordinari e tutti gliene siamo grati.

La Medicina Osteopatica è nata e si è sviluppata con un approccio ed una visione non riduzionista e tende a porre l’accento sul concetto di salute come espressione di qualità emergente non ridicibile alla singola somma dei parametri (il tutto è più della singola somma delle parti). I supporti e le basi su cui ha sviluppato i suoi principi sono l’anatomia, la fisiologia e la patologia.

Essa si fonda su alcuni principi che il suo fondatore Andrew Taylor Still osservò nella natura e durante la sua pratica clinica.

Semplificando il discorso potremmo ridurli a tre:

• L’unità del corpo
• La relazione struttura-funzione
• Il potenziale di auto-guarigione dell’organismo

L’unità del corpo
Per comprendere come l’Osteopatia consideri e veda l’organismo potremmo rifarci alla già usata metafora del meccanismo di un orologio. In esso la lancetta dei secondi è strettamente connessa da fini e complessi meccanismi a quella della ore così come al datario. Una piccola perturbazione su anche solo uno delle delicate ruote dentate o leve che compongono l’orologio non potrà che ripercuotersi inevitabilmente su tutto il meccanismo alterandone o compromettendone la funzionalità.

Possiamo quindi considerare l’orologio come un’entità funzionale indivisibile così come il corpo umano. Anche nell’organismo troviamo infatti strutture e sistemi tra di loro anatomicamente, fisiologicamente o funzionalmente interconnessi e percorsi da vettori di forze attraverso cui si ripercuote la minima variazione.

Oltre ai vettori puramente meccanici esistono nel corpo umano le vie dei fluidi composte dai sistemi linfatici e arterio-venosi che trasportano i vari nutrimenti, veicolano le sostanze di rifiuto che dovranno essere espulse dagli organi emuntori e portano fino all’organo bersaglio informazioni ormonali, immunitarie, neuronali etc.

Oltre a ciò dobbiamo anche considerare che il corpo è pervaso ed interconnesso anche al mondo dello psichismo, degli affetti, delle emozioni e delle aspirazioni anche spirituali. Prendere in considerazione soltanto la struttura e le relazioni meccaniche sarebbe riduttivo e non risponderebbe alla visione sistemica dell’Osteopatia.
La relazione struttura-funzione
Continuando a fare riferimento all’esempio dell’orologio, risulta chiaro come l’integrità strutturale del meccanismo sia il presupposto per il suo corretto funzionamento. L’alterazione della posizione o dell’allineamento anche di un solo dei suoi delicati ingranaggi potrebbe compromettere l’espletamento della funzione dell’orologio.

Still diceva che la struttura governa la funzione e tale principio è pienamente accettato dalla scienza e dalla medicina moderna. Ogni proteina ad esempio ha una forma (quindi una struttura) particolare proprio perché a quella struttura è collegata una funzione specifica. Se cambia la forma della proteina viene persa la sua funzione.

L’Osteopatia ritiene che alterazioni strutturali anche piccole possano produrre cambiamenti nella funzione anche a livello non locale e cioè a grandi distanze dal luogo dove l’alterazione si colloca. Ciò è spiegabile attraverso l’esistenza di catene disfunzionali (meccaniche, fluidiche, etc.) che l’Osteopata riesce ad individuare per risalire così alle cause delle alterazioni che conducono poi alla manifestazione del sintomo.
Il potenziale di auto-guarigione dell’organismo
Per cercare di comprendere questo principio e ciò a cui esso fa riferimento dovremmo pensare all’orologio su cui ci siamo basati finora come ad un orologio vitalizzato. L’organismo vivente possiede infatti, rispetto al meccanismo inanimato, ciò che può essere letto come un potere intrinseco di auto mantenimento, conservazione e perpetrazione.

Si può dire che l’organismo si organizzi cioè attorno a delle mediane: l’asse verticale di proiezione del baricentro intorno al quale si organizza la postura e l’omeostasi. Anche questa può essere definita una mediana perché è una risultante di fattori che devono mantenersi oscillanti attorno ad un certo range perché possa essere assicurata la vita.

Oggi si è concordi nel cominciare ad usare, per indicare questo complesso insieme di meccanismi di feedback, il termine omeodinamica proprio perché non esiste un momento di stasi ma i valori oscillano sempre attorno ad una mediana appunto.

Quando l’attivazione di questi meccanismi risulta solo parzialmente efficace o è stata superata l’organismo è dotato di un potenziale di autoguarigione che gli restituisce la salute. Questa risulta essere dunque un armonioso, complesso ma instabile equilibrio.

L’Osteopatia agisce sulle catene dei compensi di adattamento che l’organismo mette in atto perché tante piccole disfunzioni non ci rendano la vita impossibile. Per farlo essa individua e normalizza le disfunzioni osteopatiche primarie, cioè quelle che, in quel caso particolare, in quella persona particolare con quella storia particolare, impediscono od affaticano i meccanismi di auto-guarigione che potrebbero riportare il sistema verso la salute.

SAN MAURO TORINESE (TO)

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